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Scene dalla Soffitta presenta la terza edizione del laboratorio di scrittura critica incentrato sugli spettacoli della stagione 2010 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti.
Questo blog, realizzato da studenti della Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo dell'Università di Bologna con l'aiuto e la supervisione di Massimo Marino,
contiene recensioni, approfondimenti, cronache teatrali e tanto altro...

Vuole essere una finestra sul mondo del teatro: perciò chiede a voi lettori di partecipare con commenti,
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Buona lettura!

DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Pina Sestili

WEB Elena Cirioni

SCRIVONO: Elena Cirioni, Marta Franzoso, Lilian Keniger, Elina Nanna, Ilaria Palermo, Maria Pina Sestili, Giulia Taddeo, Laura Tarroni, Futura Tittafferante, Maria Claudia Trovato.

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mercoledì 5 maggio 2010

Soli al mondo?


Una rassegna dedicata all'assolo di danza chiude la stagione della Soffitta

Da almeno un secolo ormai l'assolo sembra costituire una delle tipologie performative più praticate nell'ambito della danza moderna e contemporanea. E' un lungo viaggio, infatti, quello compiuto dal solo (per usare, stavolta, la denominazione inglese), un viaggio che inizia nei primi del Novecento quando le "pioniere" della danza libera (Loie Fuller, Isadora Duncan e Ruth S. Denis) vi individuarono la forma privilegiata attraverso cui dar vita al movimento di un corpo liberato non solo dalle regole ferree della danza accademica ma anche da quelle della società del tempo. E così, passando attraverso la danza d'espressione tedesca (con figure come Mary Wigman, Dore Hoyer e Harald Keutzberg), che nel solo vede uno strumento per esternare la ricchezza del proprio mondo interiore, troviamo poi le coreografie soliste (“Lamentation” su tutte) della madre della modern dance: Martha Graham. E' a partire dal lavoro sul proprio corpo (olisticamente inteso) che la Graham crea una tecnica davvero nuova e, forse per la prima volta dopo il balletto, profondamente strutturata.
Ma un assolo è anche il manifesto della postmodern dance, quel “Trio A” di Yvonne Rainer in cui il corpo democratico degli anni Sessanta si muove in maniera quotidiana, anche se con una sequenza rigidamente definita. Si potrebbero citare poi almeno alcuni nomi di artiste (dato che, oggi come ieri, la maggior parte dei danzatori solisti è di sesso femminile) che, come Trisha Brown, Susanne Linke o Rehinild Hoffmann, con istanze molto diverse tra loro (e spesso sorrette da una ferma critica sociale), traghettano il solo fino al presente, con figure straordinarie, come Forsythe, Teshigawara fino al carismatico Ohno. Attualmente, spinti anche da costrizioni di carattere economico, i giovani coreografi e danzatori, soprattutto nel nostro paese, ricorrono con frequenza alla forma solistica per potersi esprimere e, concretamente, per riuscire a far circuitare i propri lavori.
Il progetto “Soli al mondo?” (che occupa l'intera sezione danza delle attività della Soffitta 2010) vuole ricostruire l'evoluzione dell'assolo dall'inizio del Novecento fino ai giorni nostri attraverso un ciclo di tre incontri. Il primo, infatti, è dedicato a una ricognizione storica delle esperienze di assolo che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso, mentre gli altri due riguardano l'attualità più stretta: da un lato il panorama internazionale (con un focus su figure come Forsythe o Saburo Teshigawara), dall'altro la situazione italiana (e qui l'approfondimento interessa danzautrici come Simona Bertozzi e Cristina Rizzo, oltre a giovani promesse emerse durante l'ultima edizione del Premio Giovane Danza d'Autore).
Punto forte del progetto è sicuramente la partecipazione diretta degli artisti (Silvia Bugno, Paola Bianchi, Aline Nari, Francesca Pennini, Sayoko Onischi, con Alessandro Bedosti unico esponente maschile) che, oltre a presentare i propri soli nel corso di due serate (13 e 14 maggio) ai Teatri di Vita, sono protagonisti di una giornata di studio che vede la partecipazione di Eugenia Casini Ropa, Elena Cervellati, Stefano Tomassini. Un'occasione di confronto dunque, per gettare uno sguardo attento sulla realtà coreografica del nostro paese, cercando di cogliere l'evoluzione di una forma artistica (e di coloro che la praticano) nel corso del tempo.
Giulia Taddeo

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