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Scene dalla Soffitta presenta la terza edizione del laboratorio di scrittura critica incentrato sugli spettacoli della stagione 2010 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti.
Questo blog, realizzato da studenti della Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo dell'Università di Bologna con l'aiuto e la supervisione di Massimo Marino,
contiene recensioni, approfondimenti, cronache teatrali e tanto altro...

Vuole essere una finestra sul mondo del teatro: perciò chiede a voi lettori di partecipare con commenti,
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DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Pina Sestili

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SCRIVONO: Elena Cirioni, Marta Franzoso, Lilian Keniger, Elina Nanna, Ilaria Palermo, Maria Pina Sestili, Giulia Taddeo, Laura Tarroni, Futura Tittafferante, Maria Claudia Trovato.

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lunedì 1 marzo 2010

L’eterna divisione, l’eterna conciliazione.

INTERSCENARIO: LE GENERAZIONI DEL NUOVO

Mannaggia 'a mort
Principio attivo teatro con Giuseppe Semeraro, Dario Cadei, Raffaele Vasquez
Regia di Giuseppe Semeraro, finalista premio Scenario infanzia 2008


Prendete un piccolo omino d’altri tempi con un paio di spessi occhiali neri in celluloide, immaginate una Morte in tuta optical con stampa di scheletro avvolta da un lungo cappottone nero militare. Immaginate che questo omino sognatore e svagato lotti con la Morte che lo insegue a ritmo di musica ed ecco “Mannaggia a’ mort, storia di un uomo e della sua ombra”, delizioso spettacolo per l’infanzia messo in scena e ideato dalla compagnia leccese Principio Attivo Teatro, finalista al premio scenario per l’Infanzia 2008.

Il nostro omino, come un piccolo prestigiatore, arriva sul palcoscenico con una valigia azzurra: all’interno la sua piccola casa tascabile, con tanto di cucina, pentolini, bagnetto e spugna a forma di paperella e un palloncino bianco legato ad un filo. E il piccolo omino, interpretato da Dario Cadei, che impugna il suo prezioso palloncino, ci ricorda un po’ un pierrot malinconico e stralunato, un po’un personaggio magrittiano. In un susseguirsi di gag da slapstick comedies, in un’atmosfera da film in bianco e nero, i due protagonisti giocano l’eterna lotta dell’uomo contro la morte, con leggerezza ed una vena di onirismo, resa anche da un uso perfetto delle luci che scandisce l’alternarsi del giorno e della notte. I due si rincorrono, si detestano, si minacciano a vicenda con una grande clava di plastica degna degli Antenati di Hanna & Barbera, giocano a nascondino, si lanciano come una patata bollente un candelotto di dinamite. Eppure l’omino, dopo aver improvvisato una lotta sul ring e aver messo k.o il suo nemico, farfugliando qualcosa in una sorta di grammelot confuso, piange lacrime disperate. E così la Morte, interpretata da Giuseppe Semeraro, aiuta l’omino nel tentativo di recuperare il palloncino volato via, dando vita ad uno dei momenti più esilaranti dei cinquanta studiatissimi minuti. Quando sembra che tutto si sia risolto, che i due avversari siano ora amici, ecco che riprende inarrestabile la rincorsa.
Punta di diamante dello spettacolo è il gioco di musica e suoni che segue gesto dopo gesto ogni momento sulla scena: il fruscio del vento, il toc toc sulla porta, la carica data alla sveglia, tutto è riprodotto dalla geniale capacità fonatoria e strumentale di Raffaele Vasquez, che sulla destra del palcoscenico, sin dall’apertura del sipario, accompagna con la sua voce e la sua chitarra i due personaggi.
Maria Claudia Trovato

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