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Scene dalla Soffitta presenta la terza edizione del laboratorio di scrittura critica incentrato sugli spettacoli della stagione 2010 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti.
Questo blog, realizzato da studenti della Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo dell'Università di Bologna con l'aiuto e la supervisione di Massimo Marino,
contiene recensioni, approfondimenti, cronache teatrali e tanto altro...

Vuole essere una finestra sul mondo del teatro: perciò chiede a voi lettori di partecipare con commenti,
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Buona lettura!

DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Pina Sestili

WEB Elena Cirioni

SCRIVONO: Elena Cirioni, Marta Franzoso, Lilian Keniger, Elina Nanna, Ilaria Palermo, Maria Pina Sestili, Giulia Taddeo, Laura Tarroni, Futura Tittafferante, Maria Claudia Trovato.

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mercoledì 14 aprile 2010

La pornografia dell'onesta







INTERSCENARIO: LE GENERAZIONI DEL NUOVO
Pink, Me & The Roses
Compagnia Codice Ivan
di e con Anna Destefanis, Leonardo Mazzi e Benno Steinegger
spettacolo vincitore Premio Scenario 2009


Una poltrona. Una parrucca, Un PC su un tavolo con dei fiori. Scena bianca. Tre figure. E’ questa la visione con cui si apre “Pink, Me & The Roses”, lo spettacolo della compagnia Codice Ivan, vincitore del Premio Scenario dello scorso anno. Tre artisti in scena che si occupano, oltre che della performance, anche delle questioni più tecniche, come il cambio delle luci o la regolamentazione del suono. Tre artisti che non lasciano indifferente il pubblico che intanto cerca di capire quale possa essere il messaggio che vogliono o tentano di veicolare, e che scopriamo, leggendo la breve biografia dei giovanissimi attori, provenire da ambiti tutt’altro che vicini al teatro ed eterogenei fra loro. Eppure sembra che abbiano trovato sul palcoscenico, nel contatto con lo spettatore, il loro campo d’indagine preferito. Lo spettacolo da una parte pare essere un’accozzaglia di elementi trasposti su un telo bianco che fa da scenografia; dall’altro cela, in modo tutt’altro che banale, una ricerca di risposte al quesito dell’arte, al tema della naturalezza e spontaneità in scena; nasconde o antiteticamente palesa un bisogno di mettersi a nudo veramente davanti allo sconosciuto che è dall’altra parte del palco. La motivazione con cui la giuria dell’Associazione Scenario ha fatto di Codice Ivan la compagnia vincitrice del premio nel 2009 fa riferimento alla questione del linguaggio, alla difficoltà che si incontra sempre più spesso nel dialogo con l’altro. E Anna Destefanis, Leonardo Mazzi, Benno Steinegger, attraverso l’utilizzo di voci, le proprie, preregistrate, che fanno da sfondo a movimenti a volte concitati, reiterati, con un rimando palese ad alcune gag di tanto cinema passato; attraverso un dialogo che scopriremo essere senza sbocco per i due performer in scena, e che, traslando il discorso a una questione di carattere sociale, potrebbe essere il segno dei tempi odierni; attraverso anche una certa dose di nonsense e una forte multidisciplinarietà, sembrano appunto voler confermare quella tesi. Si tratta di uno spettacolo leggero, divertente, che alla fine decide di mettere noi spettatori alla prova: si sciolgono i lacci che tengono legato il telo bianco che funge da quadro scenico e i tre artisti si pongono sulla ribalta, fermi, a osservare noi che dall’altra parte non sappiamo se sia il caso di applaudire o meno. Partono due, poi tre, poi cinque spettatori a battere le mani, ma i referenti dell’arte fanno segno di no con la testa. E allora? Nell’aria che fino a qualche minuto prima era abbastanza serena, ora si respira solo imbarazzo. Imbarazzo nel non sapere cosa fare, come comportarsi. Dopo qualche ardito commento da parte del pubblico, la compagnia sembra voler congedarsi, ma solo dopo averci dato la chiave di lettura per comprendere che la finzione non è più possibile, l’inganno non regge più, e allora meglio denudarsi di un ruolo forse mai concretamente acquisito.
Maria Pina Sestili

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