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Scene dalla Soffitta presenta la terza edizione del laboratorio di scrittura critica incentrato sugli spettacoli della stagione 2010 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti.
Questo blog, realizzato da studenti della Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo dell'Università di Bologna con l'aiuto e la supervisione di Massimo Marino,
contiene recensioni, approfondimenti, cronache teatrali e tanto altro...

Vuole essere una finestra sul mondo del teatro: perciò chiede a voi lettori di partecipare con commenti,
recensioni, reazioni.

Buona lettura!

DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Pina Sestili

WEB Elena Cirioni

SCRIVONO: Elena Cirioni, Marta Franzoso, Lilian Keniger, Elina Nanna, Ilaria Palermo, Maria Pina Sestili, Giulia Taddeo, Laura Tarroni, Futura Tittafferante, Maria Claudia Trovato.

ATTENZIONE! Questo blog è realizzato dal laboratorio in completa autonomia dal Dms dell'Università di Bologna.

martedì 2 marzo 2010

Pulcinella in work in progress

La prima volta di Pulcinella
Ideazione e testi Giuseppe Esposito Migliaccio
Regia Vanda Monaco Westerstahal con Giuseppe Esposito Migliaccio.

Pulcinella 1 e 2 Ovvero la colpa è sempre della scarpa
work in progress di e con Vanda Monaco Westerstahal e Marco Sgrosso
Ideazione e testi Vanda Monaco Westerstahal e Marco Sgrosso
Maschere Stefano Perocco di Meduna

“La prima volta di Pulcinella” + “Pulcinella 1 e 2. Ovvero la colpa è sempre della scarpa”: il work in progress di e con Giuseppe Esposito Migliaccio, Vanda Monaco Westersthal e Marco Sgrosso, presentato lunedì 8 febbraio alla Soffitta, ha lasciato il pubblico entusiasta. Una sorprendente sperimentazione sul ruolo della maschera nel teatro di oggi, su come è cambiato il ruolo di questo oggetto e su dove porterà una tale ricerca.
Sipario aperto, due sedie, un suono fluttuante nell'aria. Due attori vestiti da Pulcinella entrano in scena accasciandosi su una sedia uno sopra l'altro. L'atmosfera è inquietante. Ma ecco che un terzo attore viene a spezzare l'aria tesa; è un giovane istrione che pronuncia un lungo monologo sulla napoletanità, sui cartelli di autobus che non arrivano mai e sul ruolo dell'attore nella società di oggi: il tutto condito da gesti presi dal background culturale partenopeo. Una sveglia e una litania scandiscono il ritmo scenico: ci stiamo misurando con il tempo della contemporaneità? La litania come ritorno al passato e la sveglia come simbolo della società frenetica di oggi?
L'azione del terzo attore si dissolve e lascia spazio ai due seduti sulla sedia che iniziano a muoversi; sembra una coppia schiavo-padrone che indossa la maschera di Pulcinella: il padrone tiene legato lo schiavo a una corda. L'immagine riecheggia toni beckettiani. I due, infatti, potrebbero essere Pozzo e Lucky o altri personaggi del teatro dell'assurdo.
I due attori si misurano con la pop music, Micheal Jackson, Riccardo III, Amleto, Eduardo De Filippo, costruendo dei monologhi-dialoghi che sembrano un flusso continuo di pensieri non-stop. Le citazioni sono infinite, ma la vera risorsa di questo spettacolo è Beckett: il Pulcinella contemporaneo sembra essere una fusione di Pozzo e Lucky. Lo spettacolo ci pone davanti a due interrogativi: a cosa ci ha portato il nostro secolo? Siamo solo dei resti umani che aspettano qualcosa che non verrà mai?
Ecco che allora la maschera diventa espressione della crisi del nostro tempo. I Pulcinella della Commedia dell'arte non possono più esistere: il Novecento ci regala maschere vuote, condannate a ripetere parole che rimangono un' eco, che vagano nel vuoto, in uno spazio privo di décor.
Lo spettacolo termina lasciando aperte delle possibilità: in fondo non c'è una fine o una risposta definitiva a tutto questo. Esistono domande che gli artisti si continueranno sicuramente a porre. Il senso di una tale ricerca? Lacerare Pulcinella per ritrovarlo!
Marta Franzoso

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