CHI SIAMO

Scene dalla Soffitta presenta la terza edizione del laboratorio di scrittura critica incentrato sugli spettacoli della stagione 2010 del Centro di promozione teatrale La Soffitta e anche su altri appuntamenti.
Questo blog, realizzato da studenti della Laurea Magistrale in Discipline dello Spettacolo dal vivo dell'Università di Bologna con l'aiuto e la supervisione di Massimo Marino,
contiene recensioni, approfondimenti, cronache teatrali e tanto altro...

Vuole essere una finestra sul mondo del teatro: perciò chiede a voi lettori di partecipare con commenti,
recensioni, reazioni.

Buona lettura!

DIRETTORE Massimo Marino

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Maria Pina Sestili

WEB Elena Cirioni

SCRIVONO: Elena Cirioni, Marta Franzoso, Lilian Keniger, Elina Nanna, Ilaria Palermo, Maria Pina Sestili, Giulia Taddeo, Laura Tarroni, Futura Tittafferante, Maria Claudia Trovato.

ATTENZIONE! Questo blog è realizzato dal laboratorio in completa autonomia dal Dms dell'Università di Bologna.

martedì 30 marzo 2010

La morale dell'applauso




Nastasja. Primo studio
Liberamente tratto dal romanzo di F. Dostoevskij “L’idiota”
Drammaturgia Paolo Billi e Filippo Milani
Regia Paolo Billi
Con i detenuti della Sezione Penale della Casa Circondariale di Bologna e Botteghe Molière


Lampade a olio, coperte e sedie al capezzale di quattro letti dismessi; il pubblico tutto intorno alla scena, della sala piccola dell’Arena del Sole, si abbraccia a una veglia.
Da un’atmosfera nebbiosa e silente si materializzano i personaggi di “Nastasja”, primo studio su “L’idiota” di Dostoevkij diretto da Paolo Billi, con i detenuti della Sezione Penale della Casa Circondariale di Bologna e le attrici di Bottega Molière.
Il regista bolognese che da più di dieci anni compie un lavoro teatrale all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Bologna, da due anni sembra voler dare luce alle voci adulte di questo mondo e dirigersi verso il carcere della Dozza per farlo teatro.
Il tempo dello spettacolo si sospende sulla notte in cui il principe Myskin e il rivale Rogozin vegliano sul corpo di Nastasja, donna attorno alla quale i due protagonisti agitano un groviglio di passioni e sentimenti.
Il cadavere della donna, uccisa da Rogozin per la troppa passione e per la rabbia di non possedere per intero il suo amore, accompagna gli uomini verso un viaggio a ritroso: fra giochi e balli rivivono con lei momenti della loro vita, la loro diversa maniera di amarla, la malattia del principe e la sua solitudine.
Dinamica dei ricordi e stasi del tempo presente si alternano guidati dalle note del violoncello Lilian Keniger, mentre tutto è sorretto da un silenzio che scava oltre la scena.
Vedo muovere i cinque attori del Teatro della Dozza e sembrano portare addosso pesanti abiti bagnati, immagino che possano formare lungo il loro tragitto grandi pozzanghere d’acqua. Gli attori vestono i loro indumenti con imbarazzo e un po’ di scomodità, sembra censurato un possibile autentico travaso delle anime, l’anima dell’attore verso l’anima del personaggio. Il loro dire sembra, soprattutto all’inizio dello spettacolo, imploso dentro i loro corpi, cassa di risonanza afona, per trasformarsi lungo il corso dello spettacolo in una parola a tratti più calda e consapevole.
Le quattro attrici più disinvolte nei modi, presentano una perfezione della maniera recitativa sicuramente in perdita che toglie, toglie e toglie. La perfezione danneggia la verità?
Dai letti di degenza, della malattia e dell’oblio, si agitano insonni parole di denuncia: E’ la rabbia di uomini veri, che sotto gli abiti di attori, parlano di sé, anche loro, come il principe Myskin, affetti da una malattia che li rende diversi dal genere umano: è il loro essere delinquenti che li fa apparire così estranei e gli regala la maschera di fantasmi fra gli uomini, anche fra chi quella sera, fra il pubblico, per riscattarsi da una morale di cenere e fango, applaude a più non posso e torna a casa soddisfatto di aver partecipato a uno spettacolo di detenuti.
Ilaria Palermo

Nessun commento:

Posta un commento